Quello che auguro ai giovani futuri notai è di amare il loro mestiere come l'ho visto amare da mio padre.
Beppe Severgnini dialoga con Giulio Biino
In occasione della Cerimonia di inaugurazione della Scuola Nazionale del Notariato, tenutasi lo scorso 7 ottobre, presso la sede del Consiglio nazionale del notariato, il notaio Giulio Biino, Presidente del Consiglio nazionale, ha rivolto alcune domande a Beppe Severgnini, giornalista e saggista.
Nel corso del dialogo è emerso, tra gli altri, il tema della passione per una professione senza tempo come quella del notaio e l’importanza di ricevere una formazione che valorizzi questa passione, che diventa carburante necessario per percorrere la strada del successo.
“Questa scuola rappresenta il mestiere che non ho fatto. La scelta che ho evitato. Come tutti i figli. Mio padre è stato un notaio per tanti anni veramente innamorato della sua professione. Lui non faceva il notaio, era un notaio. E quindi, in qualche modo, la mia presenza qui è anche perché c'è sempre un senso di colpa di un figlio, per di più laureato in Giurisprudenza, che non ha fatto il notaio. Quindi, quello che vedo nei ragazzi è il futuro che non ho avuto. Mi rendo conto che, rispetto ai miei tempi, questo è il modo giusto di approcciare la professione. Noi eravamo ognuno per sé nei primi anni ‘80 e, forse, anche questo ha contribuito a farmi scegliere un'altra strada. Se esiste un sentimento oggi dominante è l'ansia che viene delle vicende internazionali, l'ansia che viene dalla criminalità, l'ansia che viene da una società che cambia molto. Il notaio deve portare serenità nelle famiglie. Pensate a tutto il mondo delle successioni. Ecco. Se il notaio porta serenità in una famiglia e nelle famiglie che si affidano a lui, questo giustifica il suo mestiere e i suoi redditi. Se no, no. Quello che auguro ai giovani futuri notai è di amare il loro mestiere come l'ho visto amare da mio padre che, alla loro età, era un ufficiale di Marina in guerra e, una volta sbarcato, si è laureato, ha iniziato la pratica notarile e ha avuto una vita felice, perché il Notariato era il suo modo di contribuire alla società. Ecco, io vorrei che loro fossero felici tanti anni dopo come lo è stato il notaio Angelo Severgnini e, forse, anche come lo è Beppe Severgnini nel suo mestiere. Io ne ho scelto un altro, il giornalista e lo scrittore. L'ho fatto con passione e quando lavoro mi sembra impossibile che qualcuno voglia pagarmi tanto mi diverto”, ha raccontato Beppe Severgnini.
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