Sapere, sapere essere, sapere fare.
La Scuola Nazionale del Notariato su Questione Giustizia
“Come coro. Un insieme che è più delle parti, ancorché le parti le sapresti distinguere, vedere, riconoscere. Una aula di più di cinquanta persone, persone, sì, prima ancora che professionisti, con le loro aspirazioni, i loro sogni, la vita dinnanzi, e un paese che aspetta. Con le sue domande di regole, di fiducia, di servizi, di ascolto”. Con queste parole inizia il lungo articolo di Daniela Piana, Professoressa ordinaria di Scienze Politiche, che, nella sezione Magistratura e società di Questione Giustizia, racconta la visione e la mission della Scuola Nazionale del Notariato.
In cinque paragrafi spiega l’importanza di costruire la “capacità di sapere” e la “capacità di saper fare”, andando a dettagliare l’offerta formativa della Scuola e il suo metodo di insegnamento, finalizzato alla partecipazione attiva degli studenti e alla formazione del notaio del futuro, attento alla digitalizzazione, ma, anche e soprattutto, a seguire il codice etico della professione notarile.
“È necessario oggi, nella congiuntura storica in cui ci troviamo, avere la certezza e la prevedibilità nella continuità di tempi e spazi dedicati a quella triadica funzione che è sempre stata nella governance della conoscenza e nel presidio della qualità attraverso la conoscenza: costruire, condividere, trasformare insieme i saperi che contraddistinguono una funzione. Di qui discende l’importanza del mettere al centro della creazione di una Scuola il valore aggiunto che essa apporta in termini di sapere essere e sapere fare”.
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